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Epistolario e Testamento, per identità di persone e di ambienti, costituiscono due fonti complementari della vita del Cafasso. Scritti occasionali, sobri ed essenziali, le 118 lettere, che vanno dal 1836 al 1860, rappresentano un campione significativo della capillare rete di rapporti pastorali costruita dal santo, in particolare con il clero diocesano. Ci informano sulla sua attività e ne confermano l'eccezionale zelo pastorale, oltre che il temperamento sobrio ed essenziale. In esse si incontrano l'uomo di fede profonda e cristallina, il maestro di teologia morale, il pastore d'anime e il consigliere spirituale, dotato in sommo grado di prudenza e di equilibrio. Forse un senso di pudore trattiene l'autore dal rivelare i sentimenti personali. La reticenza su destinatari e contenuti esalta la delicata discrezione del confessore e del consigliere spirituale e pastorale, per i quali discrezione e segreto sono sacri anche nella corrispondenza epistolare. Le lettere confermano il Cafasso maestro di vita spirituale e pastorale.